Secondo la definizione del Devoto-Oli edizione 2002-3, il consumerismo è la tendenza dei consumatori ad organizzarsi in associazioni, allo scopo di controllare la qualità dei prodotti ed il livello dei prezzi. È una definizione tanto obsoleta quanto incompleta e appare, forse, come la traduzione letterale dalla lingua inglese, dove il consumerism può addirittura essere interpretato come una categoria del marketing.
Secondo la definizione del Devoto-Oli edizione 2002-3, il
consumerismo
è la tendenza dei consumatori ad organizzarsi in associazioni, allo scopo di controllare la qualità dei prodotti ed il livello dei prezzi.
è la tendenza dei consumatori ad organizzarsi in associazioni, allo scopo di controllare la qualità dei prodotti ed il livello dei prezzi.
È una definizione tanto obsoleta quanto incompleta e appare, forse, come la traduzione letterale dalla lingua inglese, dove il
consumerism
consumerism
può addirittura essere interpretato come una categoria del marketing.
L’esperienza che, invece, ho maturato dal 1975, individua con il consumerismo una strategia con la quale il consumatore organizzato non si limita a controllare la qualità dei prodotti e il livello dei prezzi, ma ad indicare la qualità dei prodotti e a partecipare alla determinazione consapevole dei prezzi. Tutto ciò esteso ai servizi e a tutto quell’universo di prodotti-servizi che accompagnano il processo di consumo, dalla progettazione al riuso circolare dei beni e dei servizi medesimi.
L’esperienza che, invece, ho maturato dal 1975, individua con il consumerismo una strategia con la quale il consumatore organizzato
non si limita
a
controllare la qualità dei prodotti e il livello dei prezzi,
controllare la qualità dei prodotti e il livello dei prezzi,
ma ad indicare la qualità dei prodotti e a partecipare alla
determinazione consapevole dei prezzi
. Tutto ciò esteso ai servizi e a tutto quell’universo di prodotti-servizi che accompagnano il processo di consumo,
dalla progettazione al riuso circolare dei beni e dei servizi medesimi
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Continua la crisi di rappresentanza che da alcuni anni si registra nel consumerismo italiano. Gli storici possono perfino rintracciare negli atti delle 19 Sessioni programmatiche annuali della Consulta Nazionale Consumatori Utenti (CNCU)/Regioni/Ministero dello Sviluppo Economico, che la crisi di rappresentanza viene riconfermata ancora con il programma della XX Sessione del 15-16 dicembre a Fiuggi.La costruzione dell’impianto consumerista in tutte le aeree dove il modello della produzione capitalistica si è insediato e consolidato con il libero mercato, è stato e continua ad essere, subalterno alle imprese, ovvero al mercato, sempre più gestito e controllato dal capitale finanziario.
Continua la crisi di rappresentanza che da alcuni anni si registra nel consumerismo italiano. Gli storici possono perfino rintracciare negli atti delle 19 Sessioni programmatiche annuali della Consulta Nazionale Consumatori Utenti (CNCU)/Regioni/Ministero dello Sviluppo Economico, che la crisi di rappresentanza viene riconfermata ancora con il programma della XX Sessione del 15-16 dicembre a Fiuggi.La costruzione dell’impianto consumerista in tutte le aeree dove il modello della produzione capitalistica si è insediato e consolidato con il
libero mercato
, è stato e continua ad essere, subalterno alle imprese, ovvero al mercato, sempre più gestito e controllato dal capitale finanziario.
A contribuire ed accelerare i processi del consumo dipendente dal marketing delle imprese, è l’ estensione della globalizzazione moderna, che storicamente si può far risalire con l’ingresso della Cina nel WTO (1 dicembre 2001).
A contribuire ed accelerare i processi del consumo dipendente dal marketing delle imprese, è l’ estensione della globalizzazione moderna, che storicamente si può far risalire con l’ingresso della Cina nel WTO (1 dicembre 2001).
Nemmeno le politiche comunitarie, nazionali e regionali si sono rinnovate dalla seconda metà degli anni ’90 e tanto meno le innovazioni linguistiche, come il concetto di consumo sostenibile ha trovato completa cittadinanza nella UE e in Italia. Pertanto si deve dedurre che, dal punto di vista storico, anche le istituzioni sono subalterne ad un modello che continua a ritenere che le politiche dei consumatori debbano continuare a muoversi sul concetto di difesa da…, per il quale le associazioni dei consumatori si devono dotare, prevalentemente, di energie professionali conseguenti e necessarie a raggiungere tale obiettivo.
Nemmeno le politiche comunitarie, nazionali e regionali si sono rinnovate dalla seconda metà degli anni ’90 e tanto meno le innovazioni linguistiche, come il concetto di
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ha trovato completa cittadinanza nella UE e in Italia. Pertanto si deve dedurre che, dal punto di vista storico, anche le istituzioni sono subalterne ad un modello che continua a ritenere che le politiche dei consumatori debbano continuare a muoversi sul concetto
di difesa da…,
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per il quale le associazioni dei consumatori si devono dotare, prevalentemente, di energie professionali conseguenti e necessarie a raggiungere tale obiettivo.
Bisogna chiedersi quali sono le ragioni per le quali il consumo sostenibile e le necessarie politiche istituzionali e private non sono ancora seriamente decollate. A livello internazionale (ad esempio in ISO) e in dichiarazioni ricavate da una infinità di testi, i processi produttivi e quindi il consumo, si dovrebbero fondare sui tre pilastri della sostenibilità: ambientale, economica e sociale.
Bisogna chiedersi quali sono le ragioni per le quali
il consumo sostenibile
il consumo sostenibile
e le necessarie politiche istituzionali e private non sono ancora seriamente decollate. A livello internazionale (ad esempio in ISO) e in dichiarazioni ricavate da una infinità di testi, i processi produttivi e quindi il consumo, si dovrebbero fondare sui tre pilastri della sostenibilità: ambientale, economica e sociale.
Nel consumerismo italiano le tracce di questo approccio vengono costantemente soffocate, da impostazioni arretrate e parziali a cui i cittadini danno sempre meno importanza. Continuare ad ignorare nella politica consumerista la sinergia tattica e strategica di proposte ed obiettivi che devono soddisfare pienamente la domanda del consumo sostenibile, porta inevitabilmente, il prevalere di un consumerism guidato dal marketing delle imprese.
Nel consumerismo italiano le tracce di questo approccio vengono costantemente
soffocate
, da impostazioni arretrate e parziali a cui i cittadini danno sempre meno importanza. Continuare ad ignorare nella politica consumerista la sinergia tattica e strategica di proposte ed obiettivi che devono soddisfare pienamente la domanda del consumo sostenibile, porta inevitabilmente, il prevalere di un
consumerism
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guidato dal marketing delle imprese.
Diventa pertanto attuale la politica consumerista rigenerata, fondata sul concetto di prosumer cooperativo, capace di coniugare i bisogni propri e completi della sostenibilità, per la rigenerazione del modello economico, sociale e pure della rappresentanza. Il consumatore del Terzo Millennio diventa anche produttore, determina la qualità dei prodotti e dei servizi e non la subisce, concorda e co-stabilisce il prezzo dei beni e servizi sul mercato.
Diventa pertanto attuale la politica consumerista
rigenerata
,
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fondata sul concetto di
prosumer cooperativo
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capace di coniugare i bisogni propri e completi della sostenibilità, per la rigenerazione del modello economico, sociale e pure della rappresentanza.
Il consumatore del Terzo Millennio diventa anche produttore, determina la qualità dei prodotti e dei servizi e non la subisce, concorda e co-stabilisce il prezzo dei beni e servizi sul mercato.
Questo approccio è già presente sul mercato.
Questo approccio è già presente sul mercato.
Il concetto cooperativo si deve intendere estensivo e rivolto a tutto il Vivente del Pianeta. E noi umani dobbiamo imparare dalle piante come vivono in cooperazione tra loro, assorbono energia solare senza fare rifiuti, la trasformano in energia chimica, lasciano cadere le foglie, alimentano i microrganismi del terreno e tutti gli altri Viventi in un ciclo perpetuo dell’energia e della materia, che non possiamo più ignorare se vogliamo continuare a vivere felici sulla Terra.
Il concetto
cooperativo
cooperativo
si deve intendere estensivo e rivolto a tutto il
Vivente del Pianeta.
E noi umani dobbiamo imparare dalle piante come vivono in cooperazione tra loro, assorbono energia solare senza fare rifiuti, la trasformano in energia chimica, lasciano cadere le foglie, alimentano i microrganismi del terreno e tutti gli altri Viventi in un ciclo perpetuo dell’energia e della materia, che non possiamo più ignorare se vogliamo continuare a vivere felici sulla Terra.
Gianni Cavinato – Presidente nazionale ACU – Associazione Consumatori Utenti
Gianni Cavinato – Presidente nazionale ACU – Associazione Consumatori Utenti
Gianni Cavinato – Presidente nazionale ACU – Associazione Consumatori Utenti