Il contenuto della direttiva europea per la qualità dell’aria
ha fatto arrabbiare i governatori delle regioni della Pianura Padana.
Contro le regioni padane, si sono mossi scienziati, ricercatori,
medici e operatori della sanità pubblica, che hanno scritto una
lettera al governo italiano al fine di chiedere di fermare la loro iniziativa.
Le istituzioni europee stanno, infatti, per imporre a tutti gli Stati membri nuovi vincoli sulla direttiva per la qualità dell’aria (puntando a una significativa riduzione dell’inquinamento atmosferico), ma le Regioni della Pianura Padana sono sulle barricate e, in risposta, hanno deciso di inaugurare una mobilitazione. “È sostenibilità o follia?”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, presentando a Bruxelles la posizione comune condivisa da Piemonte e Veneto, governate dal centro-destra, e dall’Emilia-Romagna, governata dal centrosinistra.
La proposta della Commissione Europea sulla qualità dell’aria è importante per diversi motivi:
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Protezione della salute umana: L’obiettivo principale delle norme sulla qualità dell’aria è proteggere la salute dei cittadini europei. L’inquinamento atmosferico è una delle principali minacce ambientali per la salute, causando problemi respiratori, malattie cardiache, cancro e altre patologie. La proposta della Commissione mira a garantire che gli standard di qualità dell’aria siano adeguati per ridurre l’esposizione a sostanze inquinanti nocive e preservare la salute delle persone.
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Miglioramento della qualità dell’ambiente: L’inquinamento atmosferico ha anche un impatto significativo sull’ambiente. Le particelle sottili e i gas inquinanti possono danneggiare gli ecosistemi, compromettere la qualità del suolo, delle acque e degli habitat naturali. La proposta della Commissione mira a ridurre le emissioni nocive per proteggere gli ecosistemi, la biodiversità e garantire un ambiente sano per le generazioni future.
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Lotta al cambiamento climatico: L’inquinamento atmosferico è spesso legato alle emissioni di gas a effetto serra responsabili del cambiamento climatico. La proposta della Commissione si inserisce all’interno di un quadro più ampio di azioni per contrastare il cambiamento climatico, promuovendo la riduzione delle emissioni di gas serra e l’adozione di fonti di energia pulita e sostenibile.
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Coerenza e armonizzazione delle norme: La proposta della Commissione mira a garantire una maggiore coerenza e armonizzazione delle norme sulla qualità dell’aria tra i paesi membri dell’Unione Europea. Ciò è importante per evitare disuguaglianze tra le diverse regioni europee e assicurare che tutti i cittadini europei abbiano diritto a respirare un’aria pulita e sana, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Il contenuto della direttiva europea, però, ha fatto arrabbiare i governatori delle regioni della Pianura Padana. Per Attilio Fontana, l’impatto delle nuove regole sarebbe economicamente devastante, poiché «bisognerebbe chiudere il 75% delle attività produttive, impedire la circolazione dei tre quarti dei veicoli, chiudere il 75% degli allevamenti e delle attività agricole del territorio.
Contro le regioni padane, si sono mossi scienziati, ricercatori, medici e operatori della sanità pubblica, che hanno scritto una lettera al governo italiano (qui) al fine di chiedere di fermare la loro iniziativa. “Ogni ulteriore flessibilità e deroga nell’attuazione di misure, anche radicali dove necessario, per la riduzione delle emissioni di inquinanti non fa altro che aggravare i danni per la salute dei cittadini in termini di malattia e morte“, scrivono i firmatari. Nella missiva si legge che ogni ritardo nella severa applicazione delle nuove norme non fa che “acuire la crisi ambientale, quella climatica e degli eventi estremi che ne derivano e aumentare in modo insostenibile i costi sanitari e i danni conseguenti agli eventi estremi come alluvioni, siccità e frane”.
I dati sull’inquinamento della pianura padana sono impietosi. Le ultime rilevazioni sulla qualità dell’aria diramati dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) confermano quanto già risaputo: la Pianura Padana è la regione più inquinata dell’Europa occidentale. Secondo una classifica stilata dall’EEA, le dieci città più inquinate nel 2021 – tenendo conto delle concentrazioni di PM2.5, sono Cremona, Padova, Vicenza, Venezia, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti e Verona.
Tra l’altro, nel 2022, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea di giustizia per non aver rispettato gli obblighi della precedente direttiva europea sulla qualità dell’aria: il nostro Paese non è stato in grado di contenere i valori limite annuali di biossido di azoto (No2), che sono invece stati “sistematicamente e continuativamente oltrepassati” dal 2010 al 2018 nelle città di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma, Genova e in altre aree italiane, tra cui Catania tra il 2010 e il 2012 e tra il 2014 e il 2018.
A criticare aspramente le regioni del nord sono anche l’Associazione culturale pediatri, Cittadini per l’aria, e l’Associazione medici per l’ambiente (Isde) che puntano in particolare il dito contro l’appoggio ai governatori di Lega e Forza Italia di importanti esponenti del centro-sinistra: «La novità di questa fase di serrata discussione sulle nuove norme europee è che anche la regione Emilia-Romagna ha deciso di affiancare l’azione lombarda in Europa. Preoccupa inoltre che anche un europarlamentare del Pd, l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati, abbia proposto in sede di revisione del testo della direttiva due emendamenti molto simili a quelli proposti dalla Lega, nel silenzio e quindi con l’apparente assenso della delegazione del PD a Bruxelles. Nel silenzio dei principali media e nell’opacità del complesso processo di formazione delle leggi europee si consuma insomma un’inedita alleanza tra forze politiche che, almeno sulla carta, dichiarano di avere posizioni molto diverse su ambiente e transizione ecologica».
Francesco Romizi, giornalista ambientale e responsabile comunicazione ISDE Italia