La Nature Restoration Law, è andata al voto in Commissione
Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) a Strasburgo il 15
giugno scorso e 3.339 scienziati hanno chiesto agli eurodeputati
il coraggio di un voto che rappresentasse la volontà di mettere
finalmente la natura al centro delle attenzioni dell’intero continente,
contro gli oppositori del PPE. La mozione per rigettare la Legge in
Commissione è stata rigettata. Un successivo voto è previsto per il 27 giugno
La proposta della Commissione europea per una legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) è la prima legge completa a livello continentale nel suo genere. Si tratta di un elemento chiave della strategia dell’UE sulla biodiversità, che chiede obiettivi vincolanti per ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale di cattura e stoccaggio del carbonio e per prevenire e ridurre l’impatto delle catastrofi naturali.
La strategia dell’UE in materia di biodiversità per il 2030 (qui) è un piano globale, ambizioso e a lungo termine per proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi. La strategia mira a portare la biodiversità dell’Europa sulla via della ripresa entro il 2030 e contiene azioni e impegni specifici. Si tratta della proposta di contributo dell’UE ai prossimi negoziati internazionali sul quadro globale per la biodiversità post 2020. Una parte fondamentale del Green Deal europeo, sosterrà anche una ripresa verde a seguito della pandemia di COVID-19.
La natura europea è in allarmante declino, con oltre l’80% degli habitat in cattive condizioni. Il ripristino delle zone umide, dei fiumi, delle foreste, delle praterie, degli ecosistemi marini e delle specie che ospitano aiuterà
- ad aumentare la biodiversità;
- a proteggere i processi che la natura segue ordinariamente, come pulire la nostra acqua e aria, impollinare le colture e proteggerci dalle inondazioni;
- a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C;
- a rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica dell’Europa, prevenendo le catastrofi naturali e riducendo i rischi per la sicurezza alimentare.
La proposta combina un obiettivo generale di ripristino per il recupero a lungo termine della natura nelle zone terrestri e marine dell’UE con obiettivi vincolanti di ripristino per habitat e specie specifici. Queste misure dovrebbero coprire almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030 e, in ultima analisi, tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.La proposta contiene i seguenti obiettivi specifici:
obiettivi basati sulla legislazione vigente (per zone umide, foreste, praterie, fiumi e laghi, brughiere e macchia, habitat rocciosi e dune) – migliorare e ristabilire gli habitat ricchi di biodiversità su larga scala e riportare le popolazioni di specie migliorando e ampliando i loro habitat;
insetti impollinatori – invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e raggiungere una tendenza all’aumento delle popolazioni di impollinatori, con una metodologia per il monitoraggio regolare degli impollinatori;
ecosistemi forestali – raggiungere una tendenza crescente per il legno morto in piedi e sdraiato, foreste invecchiate irregolari, connettività forestale, abbondanza di uccelli forestali comuni e stock di carbonio organico;
ecosistemi urbani: nessuna perdita netta di spazio urbano verde entro il 2030 e aumento della superficie totale coperta da spazi urbani verdi entro il 2040 e il 2050;
ecosistemi agricoli – aumento delle farfalle e degli uccelli dei terreni agricoli, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità; ripristino delle torbiere drenate ad uso agricolo;
ecosistemi marini – ripristino di habitat marini come praterie di fanerogame marine o fondali di sedimenti che offrono benefici significativi, anche per la mitigazione dei cambiamenti climatici, e ripristino degli habitat di specie marine iconiche come delfini e focene, squali e uccelli marini;
connettività fluviale – individuare ed eliminare le barriere che impediscono la connettività delle acque superficiali, in modo che almeno 25 000 km di fiumi siano ripristinati entro il 2030.
La Nature Restoration Law, è andata al voto in Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) a Strasburgo il 15 giugno scorso e 3.339 scienziati, sostenuti da milioni di cittadini italiani ed europei, hanno chiesto agli eurodeputati (Gli scienziati sostengono il Green Deal dell’Unione Europea ) il coraggio di un voto che rappresentasse la volontà di mettere finalmente la natura al centro delle attenzioni dell’intero continente. Ciò anche perché le forze del centro-destra guidate dal PPE, Partito Popolare europeo, le forze dell’estrema destra con il sostegno delle lobby specialmente agricole e forestali, si erano coalizzate per far saltare l’approvazione della legge.
Particolarmente prese di mira sono stati determinati standard di “ripristino naturale”, dalla presenza di insetti impollinatori allo stato degli ecosistemi marini che dovrebbero essere presenti in almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030. Tra i provvedimenti inclusi, anche la riduzione dell’uso di pesticidi chimici del 50% entro il 2050.
Anche per questo il Ppe ha sostenuto che la legge, nella sua forma attuale, comporterà perdite economiche disastrose per agricoltori e pescatori, metterà in pericolo le catene di approvvigionamento europee, aumenterà i prezzi dei prodotti alimentari per i consumatori e ostacolerà lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Affermazioni contestate da partiti di sinistra e Organizzazioni non governative, secondo cui il ripristino della natura è compatibile con l’attività economica e può anzi garantire la vitalità e la produttività a lungo termine del suolo.
La votazione della mozione per rigettare la Legge alla commissione Ambiente del Parlamento europeo è finita in parità: 44 a 44 ed essa è stata quindi rigettata perché per bocciarla era necessaria la maggioranza dei voti.
Era il banco di prova del Green Deal europeo e la prova si può dire, almeno in parte, superata: la “legge sul ripristino della natura” è sopravvissuta al voto che ne proponeva il respingimento in toto alla commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo. Gli eurodeputati, tuttavia, non hanno fatto in tempo ad approvare il testo finale, dopo che la discussione sugli emendamenti si è protratta oltre il tempo consentito.
La proposta approderà quindi in aula, ma gli emendamenti al testo saranno votati il prossimo 27 giugno.
Federica Rochira, Website Founder