La Provincia autonoma di Trento, il comune di Pergine Valsugana
e l’APPA, consentono la realizzazione di un impianto per lo smaltimento
di rifiuti con trattamento pirolitico che potrebbe avere un impatto dannoso
per la salute. Nonostante che, per il principio di precauzione. fino a che non
c’è evidenza di una sicura assenza di rischio, si devono mettere in atto tutte l
e misure di prevenzione
Il problema dello smaltimento dei rifiuti è sempre più urgente e vengono cercate le vie per ridurne la quantità producendo energia, anche se, in realtà, l’unico metodo efficace è la riduzione all’origine.
Tra i vari processi, oltre alla combustione, vi sono quelli in cui i rifiuti sono sottoposti ad un trattamento termico con bassa concentrazione di ossigeno (gassificazione) o in assenza di ossigeno fornito dall’esterno (pirolisi). In entrambi i casi si forma una frazione gassosa (syngas), una frazione liquida (olio di pirolisi) ed una frazione solida di scarto (chair).
Il syngas è costituito da idrogeno (H2), metano (CH4), monossido di carbonio (CO) e biossido di carbonio (CO2) oltre a numerosi altri composti tossici che dipendono dal materiale di origine. Il gas ha un potere calorifico medio-alto ma per essere utilizzato deve essere sottoposto a sofisticati sistemi di pulizia (costosi ed energivori).
L’ olio di pirolisi è composto da idrocarburi aromatici (come benzene, toluene e xileni) e numerose sostanze ossigenate, clorurate e solforate in relazione al materiale di partenza, che possono essere utilizzate in altri processi chimici.
La pirolisi, pur nota da tempo, non ha avuto molta diffusione a causa di limitazioni di carattere tecnico e soprattutto economico.
In questo contesto si inserisce la richiesta di una piccola ditta neocostituita, con sede in un centro commerciale di Lugano, di effettuare una sperimentazione commerciale di un sistema di trattamento pirolitico trasportabile per trattare varie categorie di rifiuti nel comune di Pergine Valsugana (21500 abitanti a 10 km da Trento). Questo allo scopo di realizzare e vendere piccoli impianti per smaltire i rifiuti che vengono prodotti sulle navi o nella lavorazione di pellami.
Ogni sperimentazione, soprattutto se può avere un impatto sulla salute, deve sottostare in modo assoluto al principio di precauzione e cioè, fino a che non c’è evidenza di una sicura assenza di rischio si devono mettere in atto tutte le misure di prevenzione dello stesso. Prevenzione del rischio significa localizzazione in un sito idoneo, lontano da aree sensibili, in rapporto alle emissioni e alla possibilità di incidenti correlati alla metodica e predisposizione di un corretto ed accurato piano di sorveglianza sanitaria. La Provincia di Trento per la conformazione del proprio territorio dovrebbe essere particolarmente attenta all’ ambiente, anche perché una consistente parte della sua economia è legata al turismo.
Per questo stupisce negativamente che la Provincia autonoma di Trento previo il parere favorevole del Comune, abbia autorizzato la collocazione di un impianto sperimentale di trattamento pirolitico dei rifiuti in un capannone in vicinanza di siti sensibili quali asilo nido (a 230 metri di distanza), scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria ed un centro sportivo con pista di atletica. La sperimentazione verrà effettuata utilizzando rifiuti di varia tipologia tra cui oli commerciali, rifiuti urbani non differenziati, digestato di rifiuti urbani, fanghi industriali, importati da fuori provincia.
L’impianto inoltre non avrà ricadute occupazionali ed il syngas prodotto non sarà utilizzato come combustibile ma bruciato e liberato in aria da un camino di un metro di altezza.
L’ impianto ha ottenuto il nulla osta dall’ APPA (Agenzia provinciale per l’Ambiente) per il fatto che essendo attivato in maniera continuativa non dovrebbe raggiungere quantità di emissioni di sostanze nocive al di sopra dei limiti di legge.
Il limite di legge, però, non corrisponde al limite biologico: nell’ organismo alcune sostanze si accumulano, altre, pur in dosi minime, si sommano tra loro creando un pericoloso effetto cocktail. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento ambientale durante la vita fetale e nei loro primi anni di vita, quando i loro organi, i polmoni ed il sistema nervoso centrale, sono ancora in fase di maturazione.
I cittadini preoccupati hanno richiesto l’intervento dei Medici per l’Ambiente ISDE, che hanno collaborato illustrando ai decisori, nel corso di audizione in Commissione Provinciale, gli elementi che rendono assolutamente sfavorevole una tale sperimentazione in vicinanza di siti sensibili.
Ma la decisione politica è stata favorevole alla installazione dell’impianto.
Questa è la storia paradossale della autorizzazione al trattamento sperimentale, e a fini commerciali, di rifiuti mediante pirolisi, in una zona molto urbanizzata, esponendo a potenziale rischio aggiuntivo i cittadini più fragili , come i bambini e portando come unica giustificazione il rispetto (autocertificato dalla Società) dei limiti di legge nelle emissioni, che sappiamo non poter essere garanzia di assenza di danno biologico.
Tutto ciò è stato ben compreso dai cittadini, ma non dai politici.
Paolo Bortolotti, medico, componente Giunta nazionale ISDE Italia
English version
When legal limits do not correspond to biological limits, citizens must still be protected
The problem of waste disposal is becoming more and more urgent, and ways are being sought to reduce the quantity of waste by producing energy, although, in reality, the only effective method is reduction at source. The various processes, in addition to combustion, include those in which the waste undergoes thermal treatment with a low concentration of oxygen (gasification) or in the absence of oxygen supplied from outside (pyrolysis). In both cases, a gaseous fraction (syngas), a liquid fraction (pyrolysis oil) and a solid waste fraction (chair) are formed. The syngas consists of hydrogen (H2), methane (CH4), carbon monoxide (CO) and carbon dioxide (CO2) as well as numerous other toxic compounds depending on the source material. The gas has a medium to high calorific value but must be subjected to sophisticated (expensive and energy-intensive) cleaning systems in order to be used. Pyrolysis oil consists of aromatic hydrocarbons (such as benzene, toluene and xylenes) and numerous oxygenated, chlorinated and sulphurised substances depending on the source material, which can be used in other chemical processes. Although pyrolysis has been known for some time, it has not been widely used due to technical and, above all, economic limitations.This is the background to a request from a small, newly established company, based in a shoppi ng centre in Luano, to carry out a commercial trial of a transportable pyrolysis treatment system to process various categories of waste in the municipality of Pergine Valsugana (21500 inhabitants, 10 km from Trento). This is with the aim of building and selling small plants to dispose of waste that is produced on ships or in leather processing. Any experimentation, especially if it may have an impact on health, must be absolutely subject to the precautionary principle, i.e. until there is evidence of a definite absence of risk, all measures to prevent it must be implemented. Risk prevention means locating in a suitable site, far from sensitive areas, in relation to emissions and the possibility of accidents related to the method, and preparing a correct and accurate health surveillance plan. Due to the conformation of its territory, the Province of Trento should be particularly attentive to the environment, also because a large part of its economy is linked to tourism. This is why it is surprising that the Autonomous Province of Trento, after receiving a favourable opinion from the municipality, authorised the location of an experimental pyrolytic waste treatment plant in a shed in the vicinity of sensitive sites such as a kindergarten (230 metres away), a nursery school, primary and secondary school, and a sports centre with an athletics track. The experimentation will be carried out using various types of waste, including commercial oils, unsorted municipal waste, municipal waste digestate, and industrial sludge, imported from outside the province. The plant will also have no impact on employment and the syngas produced will not be used as fuel but burned and released into the air from a one-metre high chimney. The plant has been given the green light by the APPA (Provincial Environmental Agency) due to the fact that, as it is continuously operated, it is not expected to reach emissions of harmful substances above the legal limits. The legal limit, however, does not correspond to the biological limit: some substances accumulate in the body, others, even in minute doses, add up to create a dangerous cocktail effect.Children are particularly vulnerable to environmental pollution during foetal life and in their early years, when their organs, the lungs and central nervous system, are still maturing. Concerned citizens requested the intervention of the ISDE Doctors for the Environment, who collaborated by explaining to the decision-makers, during a hearing at the Provincial Commission, the elements that make such experimentation in the vicinity of sensitive sites absolutely unfavourable. But the political decision was in favour of installing the plant. This is the paradoxical story of the authorisation for the experimental, and commercial, treatment of waste by pyrolysis, in a highly urbanised area, exposing the most fragile citizens, such as children, to a potential additional risk, and taking as its only justification compliance (self-certified by the company) with the legal limits on emissions, which we know cannot be a guarantee of the absence of biological damage. All this has been well understood by citizens, but not by politicians.
Paolo Bortolotti, doctor, member of the National Council ISDE Italy