“Le politiche green produrranno un disastro economico
per cittadini e aziende”. È il refrain più ricorrente nelle tesi
negazioniste. Ma l’inattività quanto costa? Quanto ci costerà
non avere determinato da subito dei budget per la realizzazione
delle azioni di adattamento e mitigazione descritte nel PNACC
(Piano Nazionale Adattamento ai Cambiamenti Climatici) licenziato
il mese scorso dal governo? Lo ha calcolato il Censis in un rapporto,
presentato lo scorso 20 febbraio e intitolato “Disastri e climate change,
conto salato per l’Italia”.
Il rapporto Censis, realizzato per Confcooperative (lo trovate qui), mette in luce l’impatto significativo che i disastri naturali e i cambiamenti climatici hanno sull’economia del nostro Paese. Questo studio fornisce una visione chiara dei costi e delle sfide che l’Italia deve affrontare per garantire la resilienza economica e sociale.
Costo Economico.
Secondo il rapporto, il costo totale dei disastri naturali e dei cambiamenti climatici per l’Italia è di 210 miliardi di euro. Di questi, 111 miliardi sono attribuibili agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo costo è pari all’intero importo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e a 10 manovre finanziarie. Solo nel 2022 i danni sono stati pari a 17 miliardi di euro, lo 0,9% del PIL.
Impatto sulle Imprese.
Le PMI (Piccole e Medie Imprese) sono particolarmente vulnerabili. Una su quattro è minacciata, soprattutto nelle zone a rischio di frane e alluvioni. Dopo un evento avverso, le imprese in queste aree registrano una probabilità di fallire del 4,8% più alta rispetto alle altre imprese. Inoltre, queste imprese hanno un risultato economico inferiore del 4,2% e una dimensione d’impresa ridotta.
Agricoltura Colpita.
Nel 2022, l’agricoltura ha subito una riduzione della produzione dell’1,5%, pari a quasi 900 milioni di euro. La siccità e la carenza di precipitazioni hanno avuto un impatto negativo su coltivazioni come legumi, olio d’oliva, cereali, ortaggi e vino.
Territorio come Investimento.
La cura del territorio non è un costo, ma un investimento strategico per il sistema paese. La prevenzione e la gestione dei disastri naturali devono essere prioritarie per garantire la resilienza economica e sociale.
L’Italia deve affrontare con determinazione i cambiamenti climatici e adottare politiche di mitigazione e adattamento per proteggere l’economia e la vita delle persone. Solo attraverso un approccio oculato e sostenibile possiamo affrontare questa sfida globale. Ecco alcuni esempi concreti:
– Alluvioni: le inondazioni causate da piogge intense possono danneggiare infrastrutture, case e aziende, con conseguenze economiche significative.
– Siccità: la riduzione della produzione agricola a causa della siccità colpisce direttamente il PIL e l’occupazione nel settore.
– Eventi climatici estremi: ogni evento estremo, come tempeste, incendi o ondate di calore, ha un impatto sui servizi pubblici, sul turismo e sulla produzione industriale.
L’Italia deve investire nella prevenzione, nella ricerca e nell’adattamento per affrontare la sfida dei mutamenti climatici non solo per proteggere il nostro futuro ma anche per salvaguardare la nostra economia.
Eléne Martin