Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da Martina Vass, Press Officer del Parlamento europeo, che riguarda l’accordo provvisorio raggiunto il 27 febbraio tra i negoziatori del Parlamento e del Consiglio su un aggiornamento delle norme dell’UE in materia di reati e sanzioni ambientali per rafforzare la protezione degli ecosistemi. Non siamo mai stati completamente convinti che la prevenzione di fenomeni criminali si raggiunga attraverso l’inasprimento delle pene e sanzioni. E continuiamo a dubitarne. Ma resta il fatto che la criminalità ambientale è la quarta attività criminale più grande al mondo, insieme alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani, con una crescita compresa tra il 5% e il 7% all’anno, secondo una stima dell’Interpol e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Questo aumento, unito alla natura organizzata e transnazionale della criminalità ambientale, impone alle autorità amministrative, di contrasto e giudiziarie di adottare un approccio coordinato a livello sia nazionale che internazionale. Una relazione dell’European Union Agency for Criminal Justice Cooperation riassume le esperienze riscontrate nei quasi 60 casi di reati ambientali transfrontalieri deferiti a Eurojust nel quinquennio 2014-2018. La relazione fornisce una panoramica concisa delle sfide giuridiche e operative che sorgono in tali casi. Evidenzia le migliori pratiche per aiutare le autorità nazionali a superare queste sfide, creare fiducia, sviluppare una cooperazione sostenibile all’interno dell’Unione europea e con i paesi terzi, garantire l’efficienza durante le indagini e ottenere azioni penali di successo. E già nel dicembre 2021 la Commissione ha presentato una proposta per rafforzare la protezione dell’ambiente nell’UE attraverso il diritto penale, con l’obiettivo di contrastare il crescente numero di reati ambientali.
Eléne Martin
” Le nuove norme forniscono un elenco aggiornato degli atti relativi all’ambiente che si qualificano come reati a livello dell’UE e delle relative sanzioni, al fine di garantire un’applicazione più efficace della legislazione ambientale dell’UE. L’elenco includerà, tra gli altri reati, l’importazione e l’uso di mercurio e gas fluorurati a effetto serra, l’importazione di specie invasive, l’esaurimento illegale delle risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno inoltre concordato sanzioni più severe per i cosiddetti reati qualificati, vale a dire quelli che causano la distruzione di un ecosistema o di un habitat all’interno di un sito protetto o danni alla qualità dell’aria, del suolo o dell’acqua. Questi includerebbero reati paragonabili all’ecocidio con risultati catastrofici come l’inquinamento diffuso o gli incendi boschivi su larga scala.
Sanzioni: reclusione e multe
Le persone, compresi i rappresentanti delle aziende, che commettono reati ambientali che comportano la morte possono essere condannati a dieci anni di reclusione. I reati qualificati sarebbero punibili con otto anni di reclusione, mentre per gli altri reati, a seconda di fattori quali la durata, la gravità o la reversibilità del danno, la pena sarebbe una pena detentiva di cinque anni.
I trasgressori possono anche incorrere in altre sanzioni, come multe, e l’obbligo di ripristinare l’ambiente danneggiato o risarcire il danno causato. Le stesse sanzioni possono essere previste per le imprese, così come altre come il ritiro delle licenze, il divieto di accesso ai finanziamenti pubblici o la chiusura. Dopo il recepimento, per quanto riguarda le ammende, gli Stati membri potranno scegliere tra la riscossione pari al 3 o al 5% del fatturato mondiale annuo, a seconda della natura del reato, o la possibilità di scegliere importi fissi di 24 o 40 milioni di euro.
Protezione e formazione degli informatori
I deputati hanno inoltre assicurato che le persone che denunciano reati ricevano un sostegno e che giudici, pubblici ministeri, polizia e altro personale giudiziario seguano una formazione periodica specializzata e che gli Stati membri organizzino campagne di sensibilizzazione per ridurre la criminalità ambientale. Possono inoltre istituire un fondo per sostenere le misure di prevenzione e affrontare le conseguenze dei reati ambientali. Nei casi transfrontalieri, le autorità nazionali saranno tenute a cooperare tra loro e con altri organismi competenti, quali Eurojust, Europol o la Procura europea. Gli Stati membri saranno inoltre tenuti a elaborare strategie nazionali per combattere la criminalità ambientale e a raccogliere i relativi dati statistici, mentre la Commissione europea dovrà aggiornare regolarmente l’elenco dei reati.
A seguito dell’accordo, il relatore del Parlamento europeo Antonius Manders (PPE, NL) ha dichiarato: “Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero sui crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. È fondamentale combattere questi reati transfrontalieri a livello dell’UE con sanzioni armonizzate, dissuasive ed efficaci per prevenire nuovi reati ambientali. La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo sottolineato la necessità di maggiori risorse, ricerche, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato. Non ci si può più nascondere dietro permessi o scappatoie legislative: questa legge è a prova di futuro, il che significa che l’elenco dei reati sarà tenuto aggiornato. Se inquinate, pagherete per i vostri crimini; Non solo le aziende criminali che pagano multe, ma anche il carcere per i rappresentanti delle aziende inquinanti”.
Passaggi successivi
Il progetto di legge concordato richiede l’approvazione formale della commissione giuridica e del Parlamento europeo nel suo insieme, nonché del Consiglio, prima di poter entrare in vigore.”