La disciplina sugli aiuti di Stato per il clima, la tutela dell’ambiente e l’energia fornisce indicazioni su come la Commissione valuta la compatibilità delle misure di tutela dell’ambiente, compresa la protezione del clima, e delle misure di aiuto nel settore energetico soggette all’obbligo di notifica e, da ultimo, il cosiddetto FER 2. I nuovi orientamenti, applicabili a partire da gennaio 2022, creano un quadro abilitante flessibile e adatto allo scopo per aiutare gli Stati membri a fornire il sostegno necessario per raggiungere gli obiettivi del Green Deal in modo mirato ed economicamente vantaggioso. Le norme implicano un allineamento con gli importanti obiettivi e traguardi dell’UE stabiliti nel Green Deal europeo e con altri recenti cambiamenti normativi nei settori energetico e ambientale e risponderanno alla crescente importanza della protezione del clima. Includono sezioni sulle misure di efficienza energetica, aiuti per la mobilità pulita, infrastrutture, economia circolare, riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità, nonché misure per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, a determinate condizioni.

 

La Commissione Europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, il regime italiano per sostenere un totale di 4590 MW di nuova capacità di produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili. Il programma contribuisce agli obiettivi strategici dell’UE relativi al Green Deal europeo, contribuendo al tempo stesso a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili e ad accelerare la transizione verde.

L’Italia aveva notificato alla Commissione l’intenzione di introdurre un regime di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili. La misura, che durerà fino al 31 dicembre 2028, sarà finanziata attraverso un contributo incluso nelle bollette elettriche dei consumatori finali.

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Il regime sosterrà la costruzione di nuovi impianti che utilizzano tecnologie innovative e non ancora mature, vale a dire l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, l’energia delle maree, quella del moto ondoso e altre energie marine, nonché il biogas e biomassa. Si prevede che gli impianti aggiungeranno un totale di 4.590 MW di capacità elettrica rinnovabile al sistema elettrico italiano. A seconda della tecnologia, il termine ultimo per l’entrata in funzione degli impianti di successo varia da 31 a 60 mesi. Secondo il regime, l’aiuto assumerà la forma di un contratto differenziale bidirezionale per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa in rete, e sarà corrisposto per una durata pari alla vita utile degli impianti. I progetti saranno selezionati attraverso una procedura di gara trasparente e non discriminatoria, in cui i beneficiari parteciperanno alla tariffa incentivante (il prezzo di esercizio) necessaria per realizzare ogni singolo progetto. Il prezzo di riferimento dell’energia elettrica sarà calcolato come prezzo zonale orario, ovvero il prezzo dell’energia elettrica nel momento in cui l’energia viene immessa in rete e nella zona di mercato in cui è situato l’impianto.

Un geyser bollente erutta in uno splendido scenario naturale generato dall'intelligenza artificialeQuando il prezzo di riferimento è inferiore al prezzo di esercizio, i beneficiari avranno diritto a ricevere pagamenti pari alla differenza tra i due prezzi. Tuttavia, quando il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio, i beneficiari dovranno pagare la differenza alle autorità italiane. Il regime garantirà la stabilità dei prezzi a lungo termine per i produttori di energia rinnovabile garantendo un livello minimo di rendimento, garantendo allo stesso tempo che i beneficiari non ricevano una compensazione eccessiva per i periodi in cui il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio.

La Commissione ha valutato il regime alla luce delle norme UE sugli aiuti di Stato, in particolare dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche a determinate condizioni, e la Guida 2022 sugli aiuti di Stato per il clima, la tutela dell’ambiente e l’energia (CEEAG). Secondo la Commissione lo schema facilita lo sviluppo di un’attività economica, vale a dire la produzione di energia elettrica rinnovabile da tecnologie innovative o non ancora mature, nonché da biogas e biomassa. Allo stesso tempo, sostiene gli obiettivi strategici dell’UE, come il Green Deal europeo e il piano REPowerEU .

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La misura è necessaria e opportuna affinché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi climatici europei e nazionali. Inoltre, è proporzionato poiché l’aiuto è limitato al minimo necessario per stimolare gli investimenti. Inoltre, sono previste le necessarie garanzie, tra cui una procedura di gara competitiva per l’assegnazione dell’aiuto e un meccanismo di contratto per differenza bidirezionale che limita la redditività in caso di aumenti dei prezzi dell’energia, poiché la remunerazione garantita non può superare la tariffa incentivante inizialmente fissata dal richiedente. offerta. L’aiuto ha un effetto di incentivazione, poiché i beneficiari non realizzerebbero nella stessa misura gli investimenti in impianti rinnovabili senza il sostegno pubblico. Gli aiuti produrranno effetti positivi che superano qualsiasi potenziale distorsione della concorrenza e del commercio nell’UE.

Su questa base, la Commissione ha approvato la misura italiana ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. “Questo schema consente all’Italia di sostenere la produzione di energia elettrica rinnovabile da diverse tecnologie, comprese quelle innovative. La misura aiuta l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni e di produzione di energia elettrica. Contribuirà inoltre al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, limitando al tempo stesso possibili distorsioni della concorrenza” ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza

Hèléne Martin

(fonte: comunicato stampa Commissione UE)