Il 5 giugno 2019 è stata approvata la Direttiva (Ue) 2019/904 del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. La direttiva, che è anche conosciuta con l’acronimo SUP (Single Use Plastic), è stata recepita in Italia (con quasi cinque mesi di ritardo) con il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 196 in vigore dal 14 gennaio 2022. La finalità della direttiva è prevenire e ridurre l’impatto ambientale di specifici prodotti di plastica, soprattutto nell’ambiente acquatico e sulla salute umana. Inoltre, promuove l’utilizzo di plastica riciclata idonea al diretto contatto alimentare nelle bottiglie per bevande. La normativa si applica ai prodotti in plastica monouso, compresi quelli oxo-degradabili e gli attrezzi da pesca contenenti plastica. Alcuni dei prodotti per cui è prevista la riduzione del consumo includono tazze o bicchieri per bevande, contenitori per alimenti e altri oggetti monouso. Tra le disposizioni: la direttiva vieta la vendita di alcuni prodotti di plastica monouso, tra cui cotton fioc, posate, piatti, cannucce, bastoncini per palloncini e stoviglie in plastica espansa. Gli Stati membri devono adottare misure per ridurre l’uso di contenitori per bevande in plastica monouso. Ad esempio, promuovendo l’uso di contenitori riutilizzabili o incentivando il riciclaggio. I prodotti di plastica monouso dovranno essere etichettati in modo chiaro per informare i consumatori sull’impatto ambientale e sul corretto smaltimento. I produttori saranno responsabili per la gestione dei rifiuti dei loro prodotti di plastica monouso. Questo dovrebbe incoraggiare l’adozione di materiali più sostenibili. La direttiva promuove l’uso di plastica riciclata nelle bottiglie per bevande e stabilisce obiettivi di raccolta per alcune categorie di prodotti. Gli Stati membri devono sensibilizzare i cittadini sull’impatto ambientale della plastica monouso e promuovere alternative sostenibili.

 

Se non ve ne foste già accorti, da mercoledì 3 luglio è entrata in vigore la norma italiana che vieta la commercializzazione di bottiglie con un tappo di plastica che possa essere separato dal suo contenitore. La previsione si applica alle bottiglie di plastica per bevande fino a 3 litri, ma anche gli “imballaggi compositi” come i cartoni del latte o del succo di frutta, ma non ai contenitori in vetro.

Bottiglie, PlasticaQuest’obbligo è stato oggetto di contestazioni pubbliche, di opposizioni da parte di associazioni imprenditoriali e non solo, di derisioni propagandistiche in campagne elettorali contro le direttive comunitarie, mostrando una persona incapace di usare gesti semplici e intuitivi e senza considerare che si tratta di una legge dello Stato votata nel parlamento italiano nel 2021, per la quale -semmai- l’Unione europea ha aperto una procedura d’infrazione per il limitato o errato recepimento, per es. nell’ esclusione della plastica biodegradabile per i monouso. Invece, la definizione di ‘plastica’ contenuta nella direttiva dovrebbe comprendere la plastica a base organica e biodegradabile, a prescindere dal fatto che siano derivati da biomassa o destinati a biodegradarsi nel tempo, pertanto, anche la plastica biodegradabile è considerata come qualsiasi altra plastica.

Ambientale, Disastro, InquinamentoSarà utile, allora, richiamare alcuni dati: “I tappi e i coperchi di plastica utilizzati per i contenitori di bevande sono tra gli articoli di plastica monouso che si trovano più frequentemente sulle spiagge dell’Ue“, si legge nella direttiva. Solo negli ultimi 30 anni sono oltre 20 milioni i tappi ed i coperchi rinvenuti sulle spiagge di tutto il mondo. I dati diffusi dal WWF parlano di 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica in mare. La plastica, sempre secondo il WWF, è il terzo materiale prodotto dall’uomo più diffuso sulla Terra. Secondo Legambiente (dati 2024) su 33 spiagge afferenti a 12 regioni della Penisola per un totale di 179.000 m2 monitorati, sono stati raccolti e catalogati 23.259 rifiuti con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Il 40,2% di questi è rappresentato da 5 tipologie di oggetti (mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica). I volontari dell’associazione nostra partner PlasticFree, ad ogni evento di pulizia delle spiagge, raccolgono non meno 50 kg di plastica e rifiuti vari, al giorno, tra cui mozziconi, accendini, tappi di bottiglie e lattine.

I danni provocati dai tappi delle bottiglie, oltre all’impatto ambientale sono davvero diversi: rappresentano un pericolo effettivo per gli animali, che possono ingerirli e rischiare soffocamento, blocchi intestinali, ma anche la morte; rovinano il paesaggio naturale e urbano, riducendo la bellezza estetica dei luoghi; sono spesso difficili da riciclare separatamente dalle bottiglie, complicando il processo di smaltimento e aumentando i rifiuti non biodegradabili; la degradazione dei tappi di plastica può rilasciare sostanze chimiche nocive nell’ambiente, che possono contaminare il suolo e l’acqua, con potenziali effetti negativi sulla salute umana. Inoltre, la produzione di tappi in plastica richiede l’uso di risorse naturali, come il petrolio, contribuendo all’esaurimento delle risorse non rinnovabili e all’inquinamento associato ai processi di estrazione e produzione. Al momento, sono ancora grandi le quantità che non vengono riciclate e finiscono nei nostri oceani. I ricercatori stimano che la produzione e l’incenerimento della plastica abbiano immesso nell’atmosfera più di 850 milioni di tonnellate di gas serra nel 2019. Secondo gli esperti, la plastica resta la principale responsabile del 3,7% delle emissioni globali di gas serra. Le previsioni sono abbastanza negative: potrebbero aumentare ed arrivare al 4,5% entro il 2060.

E c’è ancora chi vorrebbe perpetuare questi disastri per l’ambiente pur di evitare il piccolo gesto di girare convenientemente un tappo di plastica solidale al suo contenitore. No comment!

Hèléne Martin

P.S. Un’altra buona Green News: Il Consiglio dei Ministri ha cancellato il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, abolendo così il termine ultimo del 31 luglio per la sua approvazione. Questo cambiamento significa che i lavori potranno procedere gradualmente, ma solo previa singola autorizzazione, anziché essere approvati in blocco. Le questioni finanziarie hanno prevalso? Attendiamo che prevalgano anche le questioni ambientali.
H.M.