La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle Persone con Disabilità è uno dei trattati internazionali più importanti per la promozione dei diritti umani. È stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 e aperta alla firma il 30 marzo 2007. La Convenzione è entrata in vigore il 3 maggio 2008, dopo la ratifica del ventesimo Stato. A oggi, più di 180 paesi hanno ratificato la Convenzione, rendendola uno dei trattati sui diritti umani più ampiamente adottati a livello globale. L’Unione Europea, insieme a singoli Stati membri come l’Italia, è anche parte della Convenzione, e questo riflette un ampio impegno internazionale per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità. I paesi che ratificano la Convenzione si impegnano a: combattere la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità; promuovere politiche di accessibilità in ogni ambito della vita (istruzione, lavoro, sanità, giustizia, ecc.); garantire che le persone con disabilità abbiano gli stessi diritti e le stesse libertà di tutti gli altri cittadini. L’Italia ha firmato la Convenzione il 30 marzo 2007, lo stesso giorno in cui è stata aperta alla firma. Successivamente, ha ratificato la Convenzione e il Protocollo Opzionale con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009.

 

La legge che ha recepito la Convenzione Onu stabilisce anche l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che ha il compito di monitorare l’implementazione della Convenzione in Italia e di promuovere politiche inclusive a livello nazionale. L’Osservatorio pubblica periodicamente rapporti sulla condizione delle persone con disabilità in Italia, in cui analizza i progressi fatti e le sfide ancora presenti, proponendo raccomandazioni per migliorare le politiche e le pratiche nazionali.

Sindrome Di Down, TrisomiaL’Italia, con l’istituzione dell’Osservatorio, ha confermato il suo impegno a seguire le linee guida della Convenzione ONU, ma rimangono aree di miglioramento, soprattutto per garantire una piena inclusione su tutto il territorio nazionale. L’Osservatorio, per esempio, ha rilevato criticità che l’Italia deve affrontare, come: le disparità regionali, l’accesso ai servizi e all’assistenza; la necessità di maggiori investimenti in infrastrutture accessibili; i necessari miglioramenti nella tutela giuridica e nell’accesso alla giustizia per le persone con disabilità. Infatti, la Convenzione mira a garantire i diritti umani e le libertà fondamentali delle persone con disabilità, promuovendo la loro piena inclusione e partecipazione nella società. Essa riconosce che la disabilità è un concetto in evoluzione e sottolinea l’importanza di adottare un approccio basato sui diritti umani e le criticità, nel rispetto dei principi della Convenzione. Le criticità si traducono anche in una minore tutela dell’ambiente e incidono indirettamente anche sul deficit di tutela ambientale, soprattutto in termini di inclusione delle persone con disabilità nei processi decisionali riguardanti le politiche ambientali e la sostenibilità.
Questo legame tra i diritti delle persone con disabilità e la tutela ambientale emerge da diversi fattori.

Accessibilità ai processi decisionali e inclusione nelle politiche ambientali.
Le persone con disabilità troppo spesso affrontano barriere nell’accesso alle informazioni, ai dibattiti pubblici e ai processi decisionali che riguardano le politiche ambientali. Il mancato rispetto della Convenzione, che garantisce l’accessibilità e la partecipazione attiva, impedisce loro di contribuire alle discussioni su temi cruciali come i cambiamenti climatici, l’uso delle risorse naturali e le politiche di sostenibilità. Questa esclusione riduce la capacità di rendere le politiche ambientali realmente inclusive e rappresentative delle esigenze di tutta la popolazione, incluse le persone con disabilità.

Teen, Mani, Umano, Vista, FamigliaAmbiente sostenibile e accessibile.
Un aspetto importante della tutela ambientale è lo sviluppo di infrastrutture sostenibili e accessibili. Se le normative sulla disabilità non vengono rispettate, c’è il rischio che anche i progetti ambientali e urbani non considerino l’accessibilità. Ad esempio, la progettazione di spazi verdi, parchi urbani, trasporti pubblici ecologici e altre iniziative ambientali potrebbe non tenere conto delle necessità delle persone con disabilità, riducendo così la loro efficacia e sostenibilità.

Impatto dei cambiamenti climatici sulle persone con disabilità.
Le persone con disabilità sono spesso più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, come eventi meteorologici estremi, inondazioni o ondate di calore. Il mancato rispetto della Convenzione impedisce che vengano attuate misure adeguate a proteggere queste persone in situazioni di emergenza ambientale. Inoltre, le strategie di adattamento climatico che non considerano le esigenze delle persone con disabilità possono aumentare le disuguaglianze sociali e l’esclusione, peggiorando il deficit di tutela ambientale.

Sostenibilità sociale
La Convenzione promuove anche una forma di sostenibilità sociale, che implica l’inclusione di tutti i cittadini nei benefici di uno sviluppo sostenibile. Il mancato rispetto di tali diritti implica che una parte della popolazione, ovvero le persone con disabilità, non venga adeguatamente coinvolta nei piani per un futuro sostenibile, rallentando gli sforzi globali per una transizione ecologica equa e inclusiva.

Educazione e sensibilizzazione.
La Convenzione promuove l’educazione e la sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità. Questo può includere programmi educativi che integrano la sostenibilità ambientale, sensibilizzando sia le persone con disabilità che la società in generale sull’importanza di un ambiente sano e sostenibile.

Ingegnere, Ingegneria, Protesi, RoboticaInnovazione e sostenibilità.
La Convenzione incoraggia lo sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative che migliorino la qualità della vita delle persone con disabilità. Queste innovazioni possono includere tecnologie sostenibili che riducono l’impatto ambientale e promuovono la sostenibilità.

L’Italia ha anche ratificato il Protocollo Opzionale della Convenzione, che consente agli individui di presentare reclami al Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità delle Nazioni Unite se ritengono che i loro diritti siano stati violati e se tutti i ricorsi nazionali sono stati esauriti
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è un pilastro del diritto internazionale in materia di disabilità, riconoscendo la piena dignità, uguaglianza e inclusione delle persone con disabilità. L’Italia, con la ratifica della Convenzione e del Protocollo Opzionale, si è impegnata a migliorare continuamente la qualità della vita e i diritti delle persone con disabilità attraverso politiche e misure concrete, ma pur essendosi formalmente impegnata a rispettare la Convenzione, è ancora lontana dal garantirne una piena attuazione. Gli osservatori critici indicano che permangono diseguaglianze significative e difficoltà strutturali che ostacolano il rispetto integrale dei diritti delle persone con disabilità, traducendosi anche in un deficit nella tutela ambientale.

Hèléne Martin