Il progetto “Changemakers for Climate Justice, Giovani in azione per la giustizia climatica” è un’iniziativa finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) che mira a formare docenti e giovani sulle tematiche della giustizia climatica e dello sviluppo sostenibile. Il progetto, operativo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, coinvolge diversi partner, tra cui INDIRE, Fondazione CIMA, Università di Bologna, ActionAid Italia, WeWorld Onlus e CESVI. Il 7 dicembre scorso si è svolto, al Fenice Green Energy Park di Padova, l’Hack for Climate Justice. La giornata, è stata organizzata da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, un ente pubblico italiano con il ruolo di supporto e ricerca per il miglioramento del sistema scolastico nazionale); EuCliPa (European Climate Pact Ambassadors, un’associazione del terzo settore nata dall’unione di una trentina di ambasciatori del Patto Europeo per il Clima nominati dalla Commissione Europea, al fine di sensibilizzare e promuovere azioni concrete contro il cambiamento climatico); CESVI (Cooperazione e Sviluppo, un’organizzazione umanitaria italiana, fondata nel 1985, che opera in tutto il mondo per affrontare sfide globali come la povertà, l’emergenza umanitaria e il cambiamento climatico); CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, una fondazione italiana di ricerca dedicata allo studio e all’analisi delle dinamiche del cambiamento climatico, con l’obiettivo di fornire supporto scientifico per lo sviluppo di strategie e politiche di mitigazione e adattamento). L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di 30 giovani studenti, riuniti in tavoli di lavoro territoriali, chiamati a presentare alla giuria degli organizzatori la proposta per un intervento di adattamento climatico (PAESC) da consegnare idealmente al Sindaco del territorio, al fine di stimolare l’adesione di quel Comune al nuovo Patto dei Sindaci per l’Energia Sostenibile e il Clima, lanciato dall’Unione Europea nel 2015.
Il Nuovo Patto dei Sindaci per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), lanciato nel 2015 dall’Unione Europea, rappresenta un’evoluzione dell’iniziativa originale del 2008. Esso ha ampliato il focus dal solo contenimento delle emissioni di CO2 all’integrazione delle politiche di adattamento climatico e alla resilienza urbana, rafforzando l’impegno delle comunità locali nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’iniziativa si basa su tre pilastri fondamentali:
1. Riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, in linea con gli obiettivi climatici ed energetici dell’UE.
2. Miglioramento dell’efficienza energetica e utilizzo delle energie rinnovabili per accelerare la transizione ecologica.
3. Adattamento ai cambiamenti climatici, aumentando la resilienza urbana contro fenomeni come alluvioni, ondate di calore e altri eventi estremi.
I firmatari devono presentare un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), che deve includere un inventario base delle emissioni (Baseline Emission Inventory, BEI); una valutazione dei rischi e vulnerabilità climatiche locali e le strategie specifiche di mitigazione e adattamento.
Il Patto in Italia
L’Italia è uno dei paesi con il maggior numero di aderenti al Patto dei Sindaci. Centinaia di comuni italiani hanno sottoscritto l’iniziativa, impegnandosi a definire strategie locali per la sostenibilità. Tra i firmatari figurano grandi città come Milano, Roma e Torino, ma anche molti piccoli e medi comuni.
Milano: ha sviluppato strategie di adattamento per far fronte alle ondate di calore e ha investito massicciamente nella mobilità sostenibile.
Bologna: è uno dei comuni più avanzati nella pianificazione climatica, avendo già implementato iniziative di riforestazione urbana e gestione sostenibile delle acque.
Torino: ha adottato un approccio innovativo alla transizione energetica, combinando misure di efficienza energetica negli edifici pubblici e privati con il potenziamento della rete di trasporto pubblico.
Padova: ha elaborato piani strategici per migliorare la sostenibilità ambientale e aumentare la resilienza ai rischi climatici.
L’Unione Europea ha fornito supporto tecnico e finanziario attraverso programmi di finanziamento come Horizon 2020 e il Green Deal europeo, che includono risorse per progetti di mitigazione e adattamento climatici.
I dati dei PAESC sono raccolti in una banca dati centralizzata, che permette il confronto tra diverse città e regioni.
In Italia, il Patto dei Sindaci è sostenuto da enti intermedi come regioni e province, che spesso assumono un ruolo di coordinamento per supportare i comuni nell’elaborazione dei PAESC e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che funge da punto di riferimento per la condivisione di buone pratiche e il sostegno amministrativo. Notevole anche le attività di numerose associazioni e organizzazioni non governative, come quelle che hanno organizzato l’Hackathon di Padova.
Nonostante i progressi, molti piccoli comuni faticano a finanziare i progetti previsti dai loro PAESC. La complessità della pianificazione climatica richiede competenze avanzate che non sempre sono disponibili a livello locale. E non tutti i comuni riescono a monitorare efficacemente i progressi o a rispettare le scadenze previste. Molti comuni hanno aderito al ‘vecchio’ Patto dei Sindaci e hanno prodotto il PAES, ma poi non hanno ancora risposto all’appello della Commissione a sottoscrivere il nuovo Patto lanciato nel 2015 e quindi non hanno redatto un PAESC.
Nel Hack for Climate Justice di Padova (nelle foto) i giovani changemakers hanno svolto la ricerca iniziando con analizzare e studiare i PAESC più completi di alcuni comuni italiani e quindi sono passati a ideare e progettare un’azione di adattamento, basate sui criteri di Nature based Solutions e con caratteristiche di fattibilità, per i comuni della loro zona, partendo dalla descrizione delle vulnerabilità del proprio territorio.
Tutte le proposte presentate sono risultate interessanti e meritevoli, ognuna, di una menzione da parte della giuria.
Alla fine della giornata, il miglior tavolo di lavoro premiato dai giurati è risultato quello del territorio di Salzano-Trieste, composto da Francesco Cappelletto, Giulia Corso, Alessandro Farina, Gea Grassi, Michele Gravili, Luca Laurenti.
Complimenti agli organizzatori e a tutti i partecipanti all’ Hackathon, dalla redazione di ClimateAid.it.