Negli anni ‘80 due giuristi americani, George Pring e Penelope Canan, hanno analizzato il fenomeno nelle cause intentate contro attivisti, giornalisti e membri della società civile coniando il termine SLAPP, Strategic Lawsuits Against Public Participation, Cause strategiche contro la partecipazione pubblica. Uno dei primi casi noti è Muzikowski v. Paramount Pictures (1974) negli Stati Uniti, in cui uno scrittore fu citato in giudizio per diffamazione dopo aver scritto un libro che ispirò un film. Tuttavia, il fenomeno ha iniziato a essere sistematicamente studiato solo a partire dagli anni ‘80 e ‘90. Anche se precedente alla definizione di SLAPP, la causa New York Times v. Sullivan (1964 -USA), è un esempio fondamentale. Un funzionario dell’Alabama citò il New York Times per diffamazione a causa di un annuncio che denunciava la violenza della polizia nei confronti del movimento per i diritti civili. La Corte Suprema stabilì che, per condannare un giornalista o un giornale, era necessario dimostrare “malafede” o dolo, ponendo le basi per la protezione della libertà di stampa. La causa McDonald’s v. Steel & Morris (1990-1997 – Regno Unito), conosciuta come “McLibel case”, è una delle SLAPP più famose. McDonald’s citò due attivisti ambientali britannici per diffamazione dopo la distribuzione di volantini che accusavano l’azienda di pratiche dannose per l’ambiente e per la salute. Il processo durò sette anni, divenendo il più lungo della storia legale britannica. Sebbene McDonald’s vinse in tribunale, la causa si rivelò un boomerang reputazionale, attirando critiche globali. Le SLAPP non sono un fenomeno recente, ma si sono evolute nel tempo come strumenti di intimidazione legale da parte di attori potenti contro individui e organizzazioni più deboli. Dai giornalisti agli attivisti ambientali, le vittime delle SLAPP subiscono non solo pressioni economiche, ma anche un grave impatto sulla loro capacità di esprimersi liberamente.

 

 

Negli ultimi decenni, le cause ambientaliste hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel dibattito pubblico e giuridico. Tuttavia, coloro che si battono per la difesa dell’ambiente devono spesso affrontare una minaccia crescente: le cosiddette SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), ovvero cause legali strategiche intentate per intimidire attivisti, giornalisti e organizzazioni impegnate nella tutela del pianeta. Cercherò qui di descrivere il fenomeno delle SLAPP nel contesto delle cause ambientaliste, analizzandone le implicazioni giuridiche, sociali ed economiche.

Nebbia, Città, Inquinamento, OrizzonteLe cause ambientaliste: un quadro generale
Le cause ambientaliste rappresentano azioni legali promosse per difendere l’ecosistema da minacce come deforestazione, inquinamento, cambiamenti climatici e sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Queste cause possono essere intraprese da ONG, comunità locali, cittadini e istituzioni, spesso contro multinazionali, governi o soggetti privati responsabili di danni ambientali.
Tra i casi più noti e recenti si annoverano: il caso Urgenda (Paesi Bassi, 2019): una storica sentenza ha obbligato il governo olandese a ridurre le emissioni di gas serra in conformità con gli impegni internazionali. La sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla “Terra dei Fuochi” (Italia, 2024) che ha riconosciuto le responsabilità dello Stato nella protezione della salute dei cittadini dai rifiuti tossici. L’azione legale contro Shell nel 2021 quando un tribunale olandese ha stabilito che la compagnia deve ridurre drasticamente le proprie emissioni di CO2.
Queste cause dimostrano come il diritto possa essere uno strumento fondamentale per la protezione ambientale, ma evidenziano anche le difficoltà che attivisti e comunità devono affrontare.

SLAPP: definizione e meccanismi
Le SLAPP sono, invece, cause legali intentate non per ottenere giustizia, ma per mettere a tacere il dissenso. Spesso vengono utilizzate da aziende e governi contro attivisti, giornalisti e accademici che denunciano pratiche dannose per l’ambiente.
SLAPP: Un abuso del diritto? Le SLAPP vengono definite come azioni legali intentate non per ottenere giustizia, ma per scoraggiare il dibattito pubblico e intimidire giornalisti, attivisti e organizzazioni della società civile. Diversi studi accademici hanno evidenziato come tali cause possano configurare un abuso del diritto (misuse of law), violando il principio di proporzionalità e limitando l’accesso alla giustizia in modo selettivo. Secondo la dottrina giuridica, le SLAPP sfruttano le asimmetrie di potere tra le parti, poiché chi le avvia dispone spesso di maggiori risorse finanziarie rispetto ai soggetti citati in giudizio. Il risultato è un  chilling effect (raffreddamento del dibattito pubblico), in cui il timore di procedimenti giudiziari induce alla censura preventiva.

Vista del martello 3d per la giornata dell'avvocatoI punti di forza delle SLAPP per limitare la diffusione di notizie sgradite includono gli alti costi legali perché chi subisce una SLAPP è spesso costretto a sostenere spese legali ingenti. L’intimidazione con l’obiettivo principale di scoraggiare ulteriori denunce pubbliche. La lunghezza del procedimento: spesso le SLAPP si trascinano per anni, creando stress psicologico ed economico per le vittime.
Ecco alcuni esempi concreti di SLAPP nel settore ambientale, in cui grandi aziende o enti hanno intentato cause legali per intimidire attivisti, giornalisti e ONG impegnati nella difesa dell’ambiente.
1. Caso Chevron vs. Steven Donziger (Ecuador – USA)
L’avvocato Steven Donziger ha rappresentato comunità indigene dell’Ecuador in una causa contro Chevron, accusata di aver inquinato vaste aree dell’Amazzonia con lo scarico di rifiuti tossici.
Dopo che la compagnia è stata condannata a pagare 9,5 miliardi di dollari di risarcimento nel 2011, Chevron ha intentato una causa contro Donziger negli Stati Uniti, accusandolo di frode e ottenendo la sua radiazione dall’albo degli avvocati. Il processo è stato criticato come un caso emblematico di SLAPP contro un difensore dell’ambiente.
2. Caso Resolute Forest Products vs. Greenpeace (Canada – USA)
Greenpeace e altri gruppi ambientalisti hanno denunciato le pratiche di disboscamento della società Resolute Forest Products in Canada, accusandola di distruggere le foreste boreali.
L’azienda ha intentato una causa per diffamazione e racket contro Greenpeace e Stand.earth, chiedendo danni per 300 milioni di dollari. Un tribunale ha poi respinto molte delle accuse, riconoscendo che si trattava di un tentativo di intimidazione.
3. Caso Enercon vs. Attivisti anti-eolico (Francia)
Alcuni cittadini francesi si sono opposti all’installazione di parchi eolici da parte della società Enercon, sollevando dubbi su impatti ambientali e paesaggistici.
SLAPP: L’azienda ha citato in giudizio alcuni di questi attivisti per diffamazione, cercando di scoraggiare la protesta pubblica contro i suoi progetti.
4. Caso Rimini Plast vs. Attivisti per il riciclo (Italia)
Alcuni attivisti italiani hanno denunciato il mancato rispetto delle normative sul riciclo da parte di un’azienda produttrice di plastica.
L’azienda ha avviato un’azione legale per diffamazione, chiedendo un risarcimento milionario per danni all’immagine, sebbene le accuse fossero basate su dati verificabili.
5. Caso SLAPP contro i “Rebel 12” di Extinction Rebellion (Regno Unito)
Dodici attivisti di Extinction Rebellion sono stati arrestati e citati in giudizio per aver organizzato proteste pacifiche contro inquinamento e cambiamento climatico.
Alcuni grandi gruppi industriali hanno cercato di bloccare la loro attività con procedimenti legali, utilizzando leggi anti-protesta per limitarne la libertà d’azione.
Questi esempi dimostrano come le SLAPP siano usate come strumenti di pressione contro chi denuncia crimini ambientali o chiede maggiore trasparenza. Per contrastarle, molte ONG e giuristi stanno promuovendo leggi anti-SLAPP e chiedendo maggiore tutela per chi difende l’ambiente.

Aula Di Tribunale, PancheSLAPP e diritto internazionale
L’Unione Europea e diverse organizzazioni internazionali hanno iniziato a riconoscere le SLAPP come una minaccia alla libertà di espressione. Nel 2022, la Commissione Europea ha proposto una direttiva anti-SLAPP, volta a proteggere le vittime di questi procedimenti giudiziari vessatori. Anche le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per l’uso crescente di SLAPP contro difensori dell’ambiente e giornalisti.
La direttiva europea che mira a proteggere giornalisti e difensori dei diritti umani dalle SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) è la Direttiva (UE) 2024/1069. Questa normativa introduce misure per salvaguardare coloro che si esprimono su questioni di interesse pubblico da azioni legali abusive volte a metterli a tacere.
Principali disposizioni della direttiva:
Rigetto anticipato delle domande manifestamente infondate: le persone bersaglio di azioni legali SLAPP possono chiedere all’organo giurisdizionale di rigettare rapidamente una domanda manifestamente infondata.
Copertura delle spese legali: se un procedimento è ritenuto abusivo, l’organo giurisdizionale può decidere che l’attore debba sostenere le spese del procedimento, comprese quelle di rappresentanza legale della vittima di SLAPP.
Garanzia finanziaria: l’organo giurisdizionale può ordinare all’attore di fornire una garanzia finanziaria a copertura delle spese relative al procedimento e, se previsto dal diritto nazionale, delle spese relative ai danni subiti dal convenuto.
Sanzioni: per scoraggiare tali azioni legali abusive, l’organo giurisdizionale può decidere di imporre sanzioni o altre misure efficaci all’attore.
Implicazioni transfrontaliere e sentenze emesse in paesi terzi: la direttiva si applica alle domande in materia civile con implicazioni transfrontaliere. Inoltre, se una persona residente nell’UE è bersaglio di un’azione legale SLAPP in un paese terzo, gli Stati membri devono negare il riconoscimento e l’esecuzione della sentenza emessa in tale paese se considerata manifestamente infondata o abusiva.
La direttiva 2024/1069 è entrata in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (pubblicata il 16 aprile 2024). Gli Stati membri hanno ora due anni per recepire la direttiva nella legislazione nazionale.

Giornali, Stack, Lettura, CartaStrategie di resistenza
Di fronte alla minaccia delle SLAPP, attivisti e organizzazioni ambientaliste stanno adottando diverse strategie per difendersi, principalmente basate su campagne di sensibilizzazione per informare l’opinione pubblica sugli abusi legali. Si sono create reti di supporto legale che offrono assistenza gratuita alle vittime di SLAPP e promosso azioni politiche per promuovere leggi che contrastino questi abusi.
Queste iniziative rappresentano un passo significativo nella tutela della libertà di espressione e nella protezione di coloro che contribuiscono al dibattito pubblico su questioni di interesse generale. Anche se una critica scientifica e giuridica delle SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) deve considerare il bilanciamento tra la tutela della libertà di espressione e il diritto alla protezione della reputazione e degli interessi economici.

Le SLAPP nel contesto ambientale e climatico
Un settore particolarmente colpito dalle SLAPP è quello della giustizia ambientale. Le multinazionali dei combustibili fossili e le aziende coinvolte in pratiche dannose per l’ambiente spesso intentano cause contro attivisti per rallentare la loro azione e ridurre il dissenso pubblico. Un caso emblematico è quello di Chevron contro Steven Donziger, un avvocato che ha rappresentato comunità indigene contro l’inquinamento petrolifero in Ecuador, subendo anni di cause giudiziarie che hanno portato anche alla sua condanna negli Stati Uniti.
Secondo Greenpeace e altre ONG, le SLAPP sono diventate uno strumento di repressione per aziende che vogliono evitare conseguenze legali e proteggere il proprio modello di business a scapito dell’interesse collettivo.

Conclusione
Dal punto di vista giuridico, le SLAPP rappresentano una minaccia concreta alla democrazia e alla libertà di espressione. Tuttavia, la regolamentazione di questi abusi deve trovare un delicato equilibrio tra la protezione della partecipazione pubblica e il diritto delle aziende o dei privati a difendersi da accuse infondate. Il rischio di una normativa mal calibrata è quello di creare nuove distorsioni nel sistema giudiziario, limitando inavvertitamente l’accesso alla giustizia per chi ha subito veri danni reputazionali.
L’evoluzione della giurisprudenza europea su questi temi sarà fondamentale per valutare l’efficacia della Direttiva (UE) 2024/1069 e il suo impatto sulla libertà di espressione e la partecipazione democratica.
Le cause ambientaliste sono essenziali per proteggere il pianeta, ma sono sempre più minacciate dalle SLAPP, che mirano a soffocare il dibattito pubblico. Un maggiore impegno da parte delle istituzioni e della società civile è necessario per garantire che chi difende l’ambiente non sia vittima di abusi legali e intimidazioni.

Giuseppe d’Ippolito

 

P.S.
Il fenomeno SLAPP non riguarda solo i conteziosi ambientali o climatici, ma tutti i casi in cui si vuole reprimere il dissenso intimidendo gli oppositori. In Italia, le SLAPP rappresentano una preoccupazione crescente, coinvolgendo giornalisti, attivisti e organizzazioni non governative. Alcuni casi emblematici: nell’ottobre 2021, l’allora parlamentare Giorgia Meloni ha presentato una querela per diffamazione aggravata contro il giornalista Emiliano Fittipaldi e il direttore Stefano Feltri del quotidiano “Domani”. L’accusa riguardava un articolo che sollevava dubbi sulla trasparenza nell’approvvigionamento di mascherine durante la pandemia di COVID-19, suggerendo un possibile coinvolgimento di Meloni nel raccomandare fornitori specifici. Meloni ha richiesto un risarcimento di 25.000 euro. Nel 2024, la Presidente del Consiglio ha intentato una causa per diffamazione contro il professor Luciano Canfora, che l’aveva definita “una neo-nazista nel cuore”. Successivamente Meloni ha deciso di ritirare la querela senza fornire spiegazioni.
L’Italia registra, secondo il sito envi.info, un numero significativo di SLAPP, con 26 casi temerari solo nel 2023. Le principali vittime sono giornalisti, testate mediatiche, attivisti e ONG. Le cause scatenanti più comuni includono la denuncia di casi di corruzione (36,1%) e questioni ambientali (16,1%). Questi (e altri) casi hanno alimentato il dibattito sull’uso delle querele da parte di figure pubbliche per limitare la libertà di espressione e la critica e sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per la libertà di stampa, che hanno chiesto una riforma delle leggi sulla diffamazione in Italia per prevenire l’uso improprio delle querele come mezzo per intimidire il giornalismo indipendente.
GdI