Il Parlamento Europeo, nella sua nuova composizione emersa dalle elezioni del 2024, ha iniziato a lavorare ufficialmente a partire dalla plenaria di luglio 2024, eleggendo i vertici e organizzando i gruppi politici. I principali gruppi parlamentari attualmente rappresentati sono il Partito Popolare Europeo (PPE), l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), e Renew Europe, con leader come Manfred Weber (PPE) e Iratxe García Pérez (S&D). La distribuzione dei seggi riflette un panorama politico variegato e frammentato, influenzato dall’onda di temi emergenti come il clima, la tecnologia, e la sicurezza. Le principali tappe dell’istituzione del Parlamento e della definizione dei suoi ruoli interni sono avvenute tra luglio e dicembre 2024. Questi mesi hanno visto l’elezione del presidente, dei vicepresidenti, e l’assegnazione dei membri alle commissioni parlamentari, che svolgeranno un ruolo chiave nell’elaborazione delle politiche dell’Unione Europea. Entro dicembre, il Parlamento ha inoltre concluso le audizioni e approvato il nuovo collegio dei commissari europei, in coordinamento con il Consiglio. La nuova Commissione Europea, guidata per il secondo mandato consecutivo da Ursula von der Leyen, si è ufficialmente insediata il 1° dicembre 2024, dopo essere stata approvata dal Parlamento Europeo. La votazione ha visto 370 voti favorevoli, evidenziando però un indebolimento della maggioranza rispetto al mandato precedente. I gruppi dei Verdi e dei Socialisti si sono mostrati meno coesi, mentre alcuni eurodeputati di destra, come quelli di Fratelli d’Italia, hanno votato a favore, contribuendo a un risultato di maggioranza più risicato. La nuova Commissione è composta da 27 commissari, uno per ogni Stato membro, con un equilibrio politico che riflette diverse famiglie europee, tra cui il Partito Popolare Europeo (PPE), i Socialisti e Democratici (S&D), Renew Europe, e i Conservatori e Riformisti Europei (ECR).

 

La nuova Commissione europea ha ufficialmente iniziato il proprio lavoro il 1° dicembre scorso. Di fronte ad un’elezione che ha visto il più basso numero di votanti a favore (inferiori anche ai voti per l’elezione della Presidente del luglio scorso) Ursula von Der Leyen affronta la sfida principale per dimostrare, nei fatti, che le istituzioni europee non sono diventate cosa diversa da quella voluta dai suoi fondatori e che obiettivi e valori non sono mutati. Questo perché il recente voto alla Commissione ha effettivamente mostrato un significativo spostamento verso destra, con il supporto di partiti conservatori e di destra come Fratelli d’Italia che riflette un cambiamento nelle dinamiche politiche e nelle priorità dei governi nazionali.

Von der Leyen rieletta alla Commissione Europea (senza FdI). Ecco il suo programmaStoricamente, l’Unione Europea (UE) è nata con l’obiettivo di promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione economica tra i paesi europei. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’UE è stata creata per prevenire ulteriori conflitti in Europa attraverso la cooperazione economica e politica. L’UE ha istituito un mercato unico che permette la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali tra i paesi membri. L’UE ha sviluppato politiche comuni in vari settori come l’agricoltura, la pesca, il commercio e l’ambiente per garantire una gestione coordinata e sostenibile. Ancora, l’UE che abbiamo conosciuto sino a ieri si è impegnata a promuovere valori come la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Ha mirato a conseguire uno sviluppo sostenibile basato su una crescita economica equilibrata, la stabilità dei prezzi e un’economia di mercato altamente competitiva. Si è impegnata a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale tra i paesi membri, un obiettivo chiave per ridurre le disparità regionali. Ha lavorato per offrire libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, adottando misure adeguate a regolamentare l’asilo e l’immigrazione e prevenire la criminalità.
Questi obiettivi e valori sono sanciti nei trattati fondativi dell’UE, come il Trattato di Roma (1957) e il Trattato di Lisbona (2007), ma ora mi chiedo se continueranno a guidare le sue politiche e azioni.
E credo si tratti di domanda legittima, leggendo i programmi delle forze conservatrici che, invece, sembrano entrare in conflitto con principi fondanti dell’UE. Ecco alcuni esempi: l’Europa ha sempre promosso l’integrazione europea e la cooperazione sovranazionale per affrontare sfide comuni e garantire la pace e la stabilità mentre molti partiti di destra enfatizzano la sovranità nazionale e sono critici nei confronti delle istituzioni sovranazionali dell’UE, vedendole come una minaccia all’autonomia nazionale. L’Europa ha sempre sostenuto politiche di asilo e immigrazione basate sui diritti umani e la solidarietà tra gli Stati membri, mentre la destra spesso promuove politiche più restrittive sull’immigrazione, mettendo l’accento sulla sicurezza nazionale e il controllo delle frontiere, che possono entrare in conflitto con i principi di accoglienza e integrazione dell’UE. L’ UE si basa sullo stato di diritto e la democrazia rappresentativa, con un forte impegno per la tutela dei diritti fondamentali, mentre alcuni partiti di destra hanno mostrato tendenze autoritarie e hanno criticato le istituzioni giudiziarie e i media, mettendo a rischio i principi democratici e dello stato di diritto. Infine, l’UE promuove lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente come obiettivi chiave mentre alcuni partiti di destra possono privilegiare la sovranità energetica e l’uso delle risorse nazionali, inclusi i combustibili fossili, a scapito delle politiche ambientali più rigorose promosse dall’UE. Le istituzioni europee si trovano a un BIVIO nel preservare i valori fondanti dell’Unione Europea, soprattutto in un contesto in cui i movimenti politici di destra hanno acquisito un peso crescente.

Diversità, RapportoEcco allora cosa mi aspetto dalle nuove istituzioni europee, specie in campo ambientale, per non tradire i valori e gli obiettivi dei padri fondatori dell’Unione Europea: che operino con un forte impegno verso l’integrazione europea, la solidarietà tra i popoli e la difesa dei diritti umani e della democrazia. Gli ideali che hanno ispirato la nascita dell’UE nel secondo dopoguerra, come la promozione della pace, la cooperazione economica e il rispetto per la dignità umana, devono rimanere centrali nella politica dell’Unione.
E, in particolare, per l’Ambiente e gli Ecosistemi occorrerà: rafforzare le normative ambientali. Le politiche di sostenibilità devono essere viste come fondamentali per il futuro dell’Europa. L’UE dovrà continuare a spingere per azioni concrete contro i cambiamenti climatici, come quelle previste dalla Green Deal e dalla Nature Restoration Law. Questi strumenti devono essere implementati con decisione, pur affrontando resistenze politiche.
Ancora: promuovere la giustizia sociale e ambientale. La crescente influenza della destra potrebbe portare a politiche più incentrate sugli interessi economici e nazionalistici. Tuttavia, l’UE deve mantenere la sua vocazione a promuovere una crescita inclusiva che consideri anche la giustizia sociale e ambientale, promuovendo iniziative che bilanciano i diritti economici con quelli ecologici.
Quindi: favorire il dialogo e la cooperazione tra gli Stati membri. Le istituzioni europee dovranno mantenere la coesione tra i Paesi membri, nonostante le divergenze politiche. La tutela ambientale può rappresentare un campo di collaborazione trasversale, dove i Paesi si trovano a dover rispondere alle sfide globali con una visione condivisa.
E, mantenere l’equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità. Le forze politiche di destra tendono a privilegiare l’economia e la sicurezza nazionale. Tuttavia, l’UE ha la responsabilità di coniugare la crescita economica con il rispetto per l’ambiente, evitando il rischio di regressi nel campo della protezione ecologica, come già successo in alcune politiche agricole o energetiche.
Inoltre: evitare il rischio di “greenwashing” e garantire trasparenza. La Commissione Europea e il Parlamento devono fare in modo che le politiche ambientali non diventino terreno di manipolazione da parte di interessi economici che non riflettono un vero impegno per la sostenibilità. In questo contesto, l’implementazione della direttiva sui green claims (2024/825) sarà cruciale per evitare la distorsione del mercato.
Infine: rafforzare la legittimità democratica e l’inclusione dei cittadini. In un contesto di crescente euroscetticismo, l’UE dovrà continuare a fare uno sforzo significativo per coinvolgere i cittadini nelle sue politiche, rafforzando la legittimità democratica delle scelte istituzionali, in particolare su temi cruciali come l’ambiente.

In sostanza, per non tradire i valori dell’UE che furono dei padri fondatori, come Robert Schuman, Jean Monnet, Altiero Spinelli e Konrad Adenauer le istituzioni dovranno agire con un forte senso di solidarietà, democrazia, diritti umani e sostenibilità, bilanciando le diverse forze politiche, inclusi i gruppi di destra, con il rispetto dei valori fondamentali dell’Unione. E, quindi, dovranno agire in modo saldo, coerente e innovativo, sostenendo politiche ambientali rigorose, promuovendo una crescita inclusiva e proteggendo i principi di giustizia sociale ed ecologica.
Ma anche I cittadini europei possono svolgere un ruolo fondamentale nel garantire che l’Unione Europea rispetti i suoi valori fondanti, in particolare in un contesto di crescente polarizzazione politica. Il loro impegno e la loro partecipazione attiva sono essenziali per mantenere vive le ideologie di solidarietà, sostenibilità, e giustizia sociale. Ecco alcune modalità attraverso cui i cittadini europei possono contribuire:
Partecipazione democratica. La partecipazione alle elezioni europee e alle altre consultazioni pubbliche è un primo passo fondamentale. I cittadini, esprimendo il loro voto, possono influenzare le scelte politiche che riguardano l’ambiente, i diritti umani e la solidarietà. Inoltre, possono partecipare a consultazioni pubbliche e petizioni che consentono di far sentire la loro voce sui temi ambientali, sociali e economici.
Attivismo e advocacy. I cittadini possono sostenere organizzazioni non governative (ONG), movimenti ambientalisti, o iniziative che promuovono la tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Questi gruppi svolgono un ruolo cruciale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le istituzioni a rispettare gli impegni presi, come quelli legati al Green Deal europeo o alla giustizia climatica.
Educazione e sensibilizzazione. La consapevolezza e l’educazione sono strumenti potenti per garantire il rispetto dei valori fondamentali dell’UE. I cittadini possono educarsi e sensibilizzare altri su tematiche come il cambiamento climatico, i diritti dei migranti e la protezione ambientale. Questo tipo di mobilitazione culturale aiuta a consolidare la base di supporto per politiche più giuste e sostenibili.

Diversità, RapportoComportamenti individuali e scelte di consumo. I cittadini, come consumatori responsabili, possono influenzare il mercato e le politiche europee facendo scelte più sostenibili. La crescente domanda di prodotti ecologici, etici e a bassa emissione di carbonio può incentivare le imprese e i governi a conformarsi a standard ambientali più elevati. In particolare, il movimento verso il consumo consapevole e la lotta contro il “greenwashing” possono contribuire a garantire che le politiche ambientali siano autentiche.
Partecipazione alle iniziative di cittadinanza europea. L’UE ha promosso la Iniziativa dei cittadini europei, European Citizens’ Initiative, ECI (trovate il link al sito, sotto in questa pagina, nella rubrica IL MEGLIO DAL WEB) , che consente a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di proporre direttamente alla Commissione Europea nuove leggi. Questo strumento dà ai cittadini una voce diretta nella formulazione delle politiche europee, in particolare su temi di rilevanza ambientale e sociale.
Monitoraggio e richiesta di accountability. I cittadini possono partecipare attivamente nel monitorare l’attuazione delle politiche ambientali e sociali, chiedendo ai governi e alle istituzioni europee di rendere conto delle loro azioni. Ad esempio, possono chiedere la piena applicazione delle leggi sul cambiamento climatico o sull’innovazione verde. L’uso dei social media e delle piattaforme digitali è uno strumento potente per spingere le istituzioni a rendere conto delle proprie azioni.
Sostenere la cooperazione internazionale. Poiché le sfide ambientali e sociali sono globali, i cittadini europei possono anche contribuire alla costruzione di una “Europa globale” che promuove il rispetto per i diritti umani, la sostenibilità e la solidarietà internazionale. Sostenendo politiche e progetti che promuovono la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e la protezione dell’ambiente a livello globale, i cittadini possono contribuire a un mondo più giusto.
In sintesi, i cittadini europei possono contribuire attivamente al rispetto dei valori fondanti dell’Unione Europea tramite il voto, l’attivismo, la sensibilizzazione, il consumo responsabile, la partecipazione alle iniziative politiche, il monitoraggio delle politiche e la cooperazione internazionale. La loro azione collettiva sarà essenziale per mantenere l’UE fedele agli ideali di solidarietà, sostenibilità e giustizia.
Per evitare che il clima cambi anche al Parlamento europeo.

Giuseppe d’Ippolito