Il Regolamento (UE) 2024/1234 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, adottato il 16 dicembre scorso, rappresenta un passo significativo verso la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi nell’Unione Europea. Questo regolamento abroga la precedente Direttiva 94/62/CE e introduce misure più stringenti per promuovere il riutilizzo, il riciclo e la riduzione dei rifiuti di imballaggio. Tra gli obiettivi principali: la riduzione dei rifiuti di imballaggio; la promozione del riutilizzo e del riciclo; le limitazioni sugli imballaggi in plastica monouso; il divieto dell’uso di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari. Gli Stati membri dovranno adottare misure per garantire il rispetto degli obiettivi di riduzione, riutilizzo e riciclo stabiliti dal regolamento. Le imprese saranno tenute a progettare imballaggi conformi ai nuovi requisiti, promuovendo soluzioni più sostenibili e riducendo l’uso di materiali non riciclabili. Il regolamento entrerà in vigore 18 mesi dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, concedendo così un periodo di transizione per l’adeguamento alle nuove disposizioni.
Il Regolamento (UE) 2024/1234 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio è il risultato di un lungo processo normativo e politico, guidato dalla necessità di affrontare la crisi dei rifiuti e di rafforzare la transizione verso un’economia circolare nell’Unione Europea. Per anni, l’UE ha regolato la gestione degli imballaggi attraverso la Direttiva 94/62/CE, che però era ormai ritenuta insufficiente di fronte all’aumento dei rifiuti e ai nuovi obiettivi climatici. Il Green Deal europeo ha posto la sostenibilità al centro delle politiche dell’UE, con obiettivi chiari di neutralità climatica entro il 2050 e di riduzione dei rifiuti. Il Nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare del 2020 in cui la Commissione ha evidenziato che il settore degli imballaggi rappresenta una delle principali aree di intervento, poiché genera 36% dei rifiuti solidi urbani e 60% dei rifiuti di plastica.
Nel novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta di regolamento, che ha introdotto obiettivi ambiziosi e misure specifiche:
Riduzione degli imballaggi non necessari.
Promozione del riutilizzo e del riciclo.
Limitazione degli imballaggi monouso.
La proposta è stata accompagnata da un’analisi di impatto, che ha stimato che il regolamento potrebbe ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% entro il 2040 rispetto al 2018, portando un risparmio di circa 6,4 miliardi di euro all’anno.
Il regolamento ha seguito l’iter ordinario di approvazione, che ha coinvolto tre istituzioni chiave: il Parlamento Europeo che ha richiesto emendamenti per rafforzare gli obiettivi di riutilizzo e riciclo e per vietare le sostanze pericolose negli imballaggi. Il Consiglio dell’Unione Europea che ha negoziato compromessi con gli Stati membri, molti dei quali preoccupati per l’impatto economico sulle imprese. I Triloghi con i negoziati finali tra Parlamento, Consiglio e Commissione che si sono conclusi con un accordo politico nel novembre 2024.
Va segnalato che paesi con economie fortemente industrializzate, come Germania e Italia, hanno espresso preoccupazioni per i costi di adeguamento per le imprese. I produttori di plastica hanno criticato gli obiettivi sul contenuto riciclato e il divieto di PFAS, sostenendo che potrebbero ridurre la competitività dell’industria europea.
Mentre ONG e attivisti hanno fatto campagne per norme più rigorose, sottolineando il ruolo chiave del regolamento nella lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento da plastica. Numerose petizioni hanno raccolto milioni di firme a sostegno del divieto di imballaggi inutili.
Nel novembre 2024 il Parlamento Europeo ha approvato il testo definitivo del regolamento con una larga maggioranza e il16 dicembre 2024 il regolamento è stato formalmente adottato dal Consiglio dell’UE e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
L’urgenza di riformare la normativa è stata sostenuta da una serie di dati allarmanti: i rifiuti di imballaggio nell’UE sono aumentati del 20% tra il 2010 e il 2020. Nel 2020, ogni cittadino europeo ha generato in media 180 kg di rifiuti di imballaggio. Solo il 40% degli imballaggi in plastica viene riciclato nell’UE, mentre il resto finisce in discarica o viene incenerito.
Questi dati hanno sottolineato l’incompatibilità del sistema attuale con gli obiettivi di sostenibilità. Elementi chiave del regolamento:
1. Riduzione dei rifiuti
Il regolamento introduce obiettivi di riduzione progressivi:
–5% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2018;
–10% entro il 2035;
–15% entro il 2040.
Questo implica una revisione delle catene di approvvigionamento e produzione, incoraggiando soluzioni innovative per il packaging e limitando gli imballaggi superflui.
2. Promozione del riutilizzo
Si richiede che una percentuale crescente di imballaggi sia progettata per il riutilizzo (es. bottiglie ricaricabili e sistemi di restituzione). Le imprese della grande distribuzione dovranno offrire opzioni riutilizzabili per determinati prodotti. Questo cambiamento rappresenta una sfida significativa per i settori industriali, che dovranno investire in infrastrutture per il riutilizzo e la logistica inversa.
3. Riciclo e contenuto riciclato
Viene stabilito un obbligo per l’inclusione di plastica riciclata negli imballaggi. Ad esempio, entro il 2030, gli imballaggi in plastica dovranno contenere almeno il 30% di materiale riciclato. Gli Stati membri dovranno garantire che almeno il 70% dei rifiuti di imballaggio prodotti sia riciclato entro il 2035.
4. Limitazioni e divieti
Sono soggetti a restrizioni gli imballaggi in plastica monouso, come il divieto di utilizzo per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg, salvo eccezioni per motivi sanitari. L’utilizzo di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) è vietato negli imballaggi a contatto con gli alimenti, riducendo l’esposizione a sostanze chimiche dannose.
Punti di forza del regolamento
Riduzione dell’inquinamento ambientale: la norma affronta il problema dei rifiuti di imballaggio che costituiscono circa il 36% dei rifiuti solidi urbani nell’UE.
Sviluppo di nuove filiere economiche: gli obblighi sul contenuto riciclato stimoleranno la crescita dell’industria del riciclo in Europa.
Allineamento con gli obiettivi climatici: la riduzione degli imballaggi in plastica e dei rifiuti contribuisce alla neutralità climatica prevista entro il 2050.
Il Regolamento 2024/1234 è un passo ambizioso e necessario verso la sostenibilità, ma il suo successo dipenderà dall’impegno congiunto delle istituzioni, delle imprese e dei consumatori. Mentre le disposizioni cercano di equilibrare innovazione e tutela ambientale, sarà cruciale monitorare attentamente l’impatto economico e sociale delle nuove norme. Inoltre, il regolamento pone l’UE in una posizione di leadership globale nel promuovere modelli economici sostenibili, ma per mantenere questa leadership sarà necessario affrontare le criticità di implementazione e assicurare che le aziende non subiscano uno svantaggio competitivo rispetto ai mercati esterni. La sfida più grande consisterà nel tradurre questi obiettivi in cambiamenti tangibili nel breve termine, mantenendo la competitività economica dell’UE e favorendo una transizione equa per tutti gli attori coinvolti. Il regolamento è il risultato di un compromesso tra ambizione ambientale e realtà economica. Sebbene rappresenti un progresso significativo, restano aperte alcune sfide perché sarà essenziale garantire che tutti gli Stati membri adottino le misure necessarie per rispettare gli obiettivi. Le PMI, in particolare, avranno bisogno di incentivi finanziari e tecnologici per adattarsi alle nuove normative.
E l’UE dovrà vigilare sui progressi realizzati e adeguare eventualmente il regolamento per affrontare le criticità emerse.
Hèléne Martin